15 – ACCIAIERIA AL CROGIOLO

15 – L’ACCIAIERIA AL CROGIOLO

Entra in funzione nel 1891 per produrre le qualità più pregiate di acciaio impiegate nella fabbricazione di proiettili, parti di armi e barre per utensili. Il processo di fusione al crogiolo è un sistema di fabbricazione dei metalli adottato fin dall’antichità e riscoperto in Inghilterra nel 1742 dall’inventore Benjamin Huntsman che lo utilizza per primo per produrre l’acciaio. Consiste nel far fondere del ferro cementato, cioè che ha assorbito carbonio dopo un trattamento a caldo a contatto con carbone, in un recipiente di materiale refrattario con coperchio sigillato con malta refrattaria (crogiolo). A fusione avvenuta si apre il crogiolo, si rimuove la scoria e si cola il metallo in lingottiere di ghisa. A quell’epoca è il metodo più usato per produrre acciai speciali legati, poi soppiantato dai processi al forno elettrico ad arco, ad induzione e a gas plasma. L’acciaieria al crogiolo si trova in un fabbricato di 700 metri quadrati, sito nella zona ovest dello stabilimento, adiacente all’acciaieria Martin 1 (punto di interesse storico n. 14). È dotata di due forni Martin Siemens sotterranei con ventisette crogioli ciascuno e alimentati a gas di lignite. Ogni forno può arrivare a produrre fino a 70 tonnellate di acciaio ogni mese. I crogiuoli utilizzati durante la fusione, sono fabbricati nell’officina prodotti refrattari (punto di interesse storico n. 6). Il ferro cementato è ottenuto in due forni esterni al reparto, caricati con ferro pudellato prodotto al Martin 1. Nel corso dei primi decenni del Novecento la fabbricazione di utensili e proiettili va diminuendo, fino alla definitiva chiusura dell’acciaieria al crogiolo avvenuta dopo la fine della Seconda guerra mondiale. Oggi l’edificio non esiste più, demolito a seguito delle grandi ristrutturazioni impiantistiche avvenute negli anni Cinquanta e Sessanta. Nella zona attualmente si trova il reparto di laminazione a caldo.